Abbiamo messo i mood sul podio

È tempo di classifiche.

Ad un anno dalla nascita di YesMood, ci siamo chiesti quali sono stati i mood più cliccati in questo periodo così bizzarro e capace di tutto.

Ed ecco chi sale sul podio.

Medaglia di bronzo per… “Volto pagina”, uno stato d’animo associato a diversi periodi dell’anno che resta sempre un evergreen.
Partiamo da “La Piccola Farmacia Letteraria” di Elena Molini consigliato a tutti i sognatori, alle anime in crisi e a chi, da sempre, è innamorato dei libri. C’è anche “La buona società”, il primo libro di Amor Towles, con una bellissima copertina, che racconta il 1938 di Katey, Evelyn e Tinker. Cambiamo genere e passiamo ad un libro non solo da consultare ma anche da studiare: “Riparto da me” di Emanuela Caorsi, per provare a cambiare le proprie abitudini alimentari con consapevolezza. “Ci rivediamo lassù” di Pierre Lemaitre parla invece di due reduci di guerra e dei tentativi di inserirsi in società; lo faranno ma organizzando una truffa. Chiudiamo il mood che occupa il terzo posto con un recente inserimento, “Gli squali” di Giacomo Mazzariol, un romanzo che parla di adolescenti alla fine del liceo. Un testo che scorre veloce veloce e che si legge in poche ore.

 

Al secondo posto troviamo “Sotto l’ombrellone”, un mood rilassato e spensierato per i momenti più leggeri.
Qui i titoli sono più numerosi.
Ci sono i noir “Punti di fuga” di Pino Cacucci, “Tre giorni prima di Natale” di Lilli Luini, “Sei giorni di preavviso” di Giorgio Scerbanenco, fino alle sette storie ambientate nell’editoria di “Ogni riferimento è puramente casuale” di Antonio Manzini.
Ma non solo. Si presentano all’appello anche il viaggio sentimentale di Giuseppe Culicchia con “Sicilia, o cara” e “..,che Dio perdona a tutti”, la vita di Arturo raccontata con l’ironia di Pif.
Per concludere ecco l’originale romanzo di Matt Haig “Come fermare il tempo”.

 

Siamo arrivati alla fine. È il momento di scoprire il vincitore assoluto duemilaventi/duemilaventuno.

 

Sale sul gradino più alto del podio il mood “Tormentato”!
Medaglia d’oro quindi per le anime inquiete che trovano rifugio nella penna di Lucia Berlin con “La donna che scriveva racconti”, ma anche per “Patria” di Fernando Aramburu, un lungo e intenso viaggio di oltre seicento pagine.
Si continua con “Jezabel” di Irene Nemirovsky, una storia non scontata e molto intensa, per poi trovarci di fronte a follia e perdizione con “Compulsion” di Meyer Levin. Infine c’è l’inquietudine de “Il buio nell’acqua” di Louise Doughty e la “Piccola guerra perfetta” dove Elvira Dones racconta la guerra del Kosovo.

 

Che cosa aggiungere…non c’è miglior mood che riesca a sintetizzare e racchiudere in sé tutto quello che è accaduto in questo lungo anno.

 

 

 

Una chiacchierata con Lilli Luini

Una chiacchierata con Lilli Luini, autrice di diversi romanzi noir.

Ecco di che cosa abbiamo parlato: libri e stati d’animo.

 

 

Hai pubblicato diversi libri, la maggior parte con Maurizio Lanteri. È curioso immaginare come si scrive un romanzo a quattro mani. Da che cosa partite? Come lo sviluppate?

La partenza è sempre da un’idea, in genere una situazione in cui si mette un personaggio. Non so spiegare come accada, ma all’improvviso è lì, e ti sta parlando. Quando si scrive in due, quello che ha avuto l’idea la espone all’altro, che a sua volta comincia a pensarci. Se ne parla, prima di cominciare, è un processo che può durare del tempo, finché si è entrambi convinti che la storia c’è e può svilupparsi. Con Maurizio Lanteri, abbiamo sempre scritto in tempi diversi, lui al mattino e io alla sera, ognuno leggeva quello che aveva scritto l’altro e proseguiva. E naturalmente se ne parlava molto, al telefono, e spesso da questi dialoghi nascevano le idee migliori per la storia.

 

Sono i luoghi che ti danno l’ispirazione per le vicende che racconti? La Liguria fa da cornice a molti tuoi romanzi.

La Liguria è la terra di Maurizio, è molto legato ed è naturale per lui ambientare le sue storie. Io ormai la conosco abbastanza bene e l’ho sempre trovata molto adatta al genere noir. Quando scrivo da sola, invece, spazio in luoghi diversi, e a volte l’idea si presenta già ambientata e non c’è verso di spostarla da quell’orizzonte.

 

Tra i tuoi libri, ce n’è uno (o più) al quale sei più affezionata? Per quale stato d’animo lo consiglieresti? Noi abbiamo inserito Bruja, un noir avvincente, per chi si sente enigmatico.

Sicuramente amo molto Non tornare a Mameson, che molti ritengono il nostro libro migliore. È un noir molto dark, gotico potrei dire, con un personaggio, una ragazza, che mi è entrata nel cuore quasi fosse una figlia. Lo consiglio, oltre a coloro che amano il genere, a chi si sente misterioso oppure profondo.
Poi naturalmente sono affezionata al mio primo romanzo da sola, Tre giorni prima di Natale, perché nasce sulla prima idea/situazione a cui decisi di dare forma. Si affacciò molto tempo fa, ma è uscito in marzo: ebbene sì, è stata lì aspettarmi per oltre quindici anni. Come mood direi enigmatico, perché pone degli enigmi al lettore, ma fa anche compagnia sotto l’ombrellone.

 

Ci sono dei libri che lasciano il segno e che ti spingono ad intraprendere una determinata strada. Ci racconti quali sono i tuoi? Per quali mood?

Un solo libro mi ha aiutato a intraprendere una strada ed è On writing di Stephen King, senza il quale non avrei mai scritto una riga. Prima di leggerlo non sapevo che un romanzo si potesse scrivere a partire da una situazione, e nemmeno che i personaggi vanno lasciati agire e seguire la loro storia.
Al contrario, di libri che mi hanno aperto la mente, costringendomi a rivedere le mie opinioni anche su me stessa, ce ne sono stati così tanti che non potrei elencarli tutti. Mi limito perciò all’ultimo, finito una settimana fa. Il tempo di una canzone, di Richard Powers, oltre 900 pagine che si snodano tra il 1939 e il 1995. Lo metterei sicuramente nel mood Open your mind, perché ero convinta di sapere e di capire che cosa fosse il razzismo, e invece non sapevo e non capivo nulla.

 

Grazie Lilli per la tua disponibilità!

 

Intervista flash: Giuseppe Culicchia x YesMood

 

Domanda&Risposta con lo scrittore torinese Giuseppe Culicchia, l’autore di Tutti giù per terra, Torino è casa mia, Brucia la città, Il cuore e la tenebra, solo per citarne alcuni.

 

Come stai passando questo periodo di quarantena?
Leggo, guardo film, cucino, più o meno come tutti, e scrivo. Sto rivedendo le bozze di un libro che uscirà a breve, pandemia permettendo.

 

Scegliendo uno dei tuoi libri al quale sei più legato, che mood assoceresti?
Sicuramente Il cuore e la tenebra con il mood tenebroso.

 

Libri che ti restano nel cuore, per sempre. Qual è il tuo e per quale mood?
Fiesta di Hemingway per gli innamorati.

 

Prime righe di un nuovo libro. Da che cosa parti?
Parto sempre da un’immagine.

 

Grazie mille per i consigli di lettura!