Il Torino Film Festival non delude mai. Per gli amanti e intenditori ma anche solo per chi, come noi, è curioso di indole e adora sognare ad occhi aperti. Puntuale, alla fine di novembre, dopo il fermento di eventi precedenti come ClubToClub e la settimana dell’arte – che scaldano gli animi, fanno ballare e riempiono la testa di messaggi (alcuni che resteranno per sempre piacevolmente indecifrabili) – la città cambia volto, viene travolta dal grande fascino del cinema e si respira un’aria diversa.
Come ogni anno, appena uscito il programma si parte con la selezione dei film per non perdere i biglietti. Una volta acquistati, bisogna munirsi di pazienza, mettersi diligentemente in coda e aspettare di entrare in sala. Un passatempo piacevole che vi consigliamo, oltre a rileggere il programma e parlare con il vicino, è osservare che cosa mangiano gli spettatori. Sembra che la coda sia uno dei momenti migliori da trascorrere addentando un panino preparato a casa oppure cercando di mangiare un trancio di pizza senza far cadere la mozzarella; una volta entrati in sala si è praticamente già alla frutta e spesso arrivano ondate di odore di mandarino. Dopotutto ci sono appassionati che trascorrono intere giornate al cinema.
Può capitare di assistere a proiezioni dove cala la palpebra ma molto spesso si scoprono film interessanti che restano con noi e ci portiamo a casa una volta usciti dalla sala.
L’edizione 2019 è stata intensa, ricca di sorprese ed è partita con il botto: l’invito alla serata di inaugurazione.
Abbiamo visto film molto interessanti e uno di quelli che, come dicevamo prima, ci siamo portati a casa, è stato Easy Living dei fratelli Orso e Peter Miyakawa. Due giovani registi, con gli occhi curiosi, che sono riusciti a raccontare con leggerezza e tenerezza un tema attuale, molto forte e complesso come quello dei migranti. E l’hanno fatto con un’attenzione particolare alla fotografia e con un cast fresco e sorprendente.
Un film vista mare, ambientato a Ventimiglia con quattro bravissimi protagonisti: Camilla (interpretata da Camilla Semino Favro), ragazza che contrabbanda medicinali e sigarette tra l’Italia e la Francia, il fratello minore Brando (nella realtà James Miyakawa, fratello dei due registi), Don (Manoel Hudec), un tennista americano che vorrebbe fare l’artista ed Elvis (Alberto Boubakar Malanchino), un giovane migrante bloccato in Italia con il sogno di arrivare in Francia dalla moglie che aspetta un figlio.
Tra i quattro ragazzi si crea un profondo legame che spinge i primi tre a mettere in pratica un piano per aiutare Elvis ad attraversare la frontiera. Ce la faranno i nostri eroi?
Se potete guardate Easy Living, ve lo consigliamo!
Alla fine della proiezione il momento più emozionante e coinvolgente. Come spesso accade, registi e attori presenti in sala raccontano del film e di come è nata l’idea: il dibattito si è trasformato in un pre-party con tantissimi amici che hanno manifestato tutto il loro calore. Registi e attori hanno condiviso la loro esperienza, il loro l’entusiasmo, le loro emozioni (e l’emozione per i lunghissimi applausi meritati) e il loro essere sinceri e spontanei. Una bella famiglia allargata che veniva voglia di abbracciare!
La serata si è conclusa nei migliori dei modi con tanto di invito al party post proiezione per chiacchiere, cocktail e tanta musica: una festa che è durata tutta la notte. Ci siamo divertiti e siamo tornati a casa in compagnia di bei ricordi.
Gli stati d’animo che suscita questo film sono sicuramente tanti, ma se dovessimo associare un mood che ne racchiude altri, questo sarebbe senza dubbio
“in viaggio con amici”.
Non ci resta che aspettare qualche mese e la prossima edizione del Torino Film Festival…