Dove eravamo rimasti. A quest’ora avremmo già visto almeno otto gare, ci saremmo già agitati, avremmo passato il week end insonne al Mugello (perché al Mugello non si dorme), avremmo già pianificato qualche altra trasferta interessante e sapremmo il futuro dei piloti che ci stanno più a cuore. Quelli per i quali ogni anno organizziamo gite stancanti che ci portano a passare intere giornate sotto il sole cocente (o sotto la pioggia) e che per quarantacinque minuti ci tengono con il fiato sospeso, con l’adrenalina alle stelle, sperando che riescano nelle loro imprese impossibili e a vedere per primi la bandiera a scacchi.
Ma quest’anno non è andata così. Siamo a metà luglio e ancora non abbiamo visto gare, né in tv e nemmeno dal vivo.
Quando è stata annullata la prima gara in Qatar, quella che si corre di sera, ci siamo subito proiettati sulle altre. Poco dopo, anche quelle “lontane” hanno seguito lo stesso destino.
Va bene, abbiamo pensato, si riparte dalla prima data in Europa, dalla Spagna. Non è andata neanche così. Pian piano le gare sono state cancellate, una dopo l’altra, e il calendario è stato completamente stravolto, lo stesso stravolgimento che hanno subito i cuori di chi, ogni anno, aspetta con trepidazione l’inizio della stagione.
Ci siamo ritrovati senza motomondiale e senza certezze (e non solo, purtroppo, ma questa è un’altra storia).
Diciamocelo apertamente perché in tanti lo pensiamo ma per scaramanzia tendiamo a sussurrarlo o addirittura a tacere: quest’anno potrebbe essere l’ultimo sotto diversi punti di vista (so che i fan del 46 possono capire, anche se tutto è possibile e qualcosa potrebbe accadere).
A questo punto, che cosa fare?
Sperare forse è l’unica possibilità che abbiamo.
Sperare di poterci davvero distrarre ed emozionare presto. Sperare che ritorni la quiete dopo la tempesta e che si possa tornare scomodi su qualche prato in discesa, addormentarsi qualche minuto tra una gara e l’altra per la levataccia (ricordiamo che al circuito si arriva presto, almeno per il warm up) per venire subito svegliati dal rombo inconfondibile del serpente di moto che parte quando si spegne il semaforo.
Insomma, speriamo in tutte queste cose che ci piacciono tanto. Se ci concentriamo tutti insieme, uniamo le energie, magari diamo una spinta nella direzione giusta. Incrociamo le dita.
Nel frattempo, dopo mesi di attesa, qualcosa si sta muovendo e sembra che ci sia la prima data. Il 19 luglio si sta avvicinando e anche se non sarà come gli altri anni, vale sicuramente la pena indossare il cappellino (con il numero che si preferisce), mettersi comodi sul divano e godersi la tanto attesa “prima” della stagione di questo imprevedibile ventiventi.