La simmetria dei desideri
La miccia del romanzo è semplice ma molto suggestiva: mentre guardano la finale del Mondiale ‘98 quattro amici, per gioco, scrivono ciascuno tre obiettivi di vita, da verificare al mondiale successivo.
In mezzo, quattro anni di progetti, amarezze, cambiamenti, entusiasmi, rancori, nuovi incontri, lutti, incomprensioni: sono i quattro anni del passaggio definitivo alla vita adulta, quelli in cui trovi una collocazione stabile nel mondo.
Il romanzo, ambientato tra Haifa e Tel Aviv, parte fresco, spigliato. Il legame fraterno tra i quattro ragazzi (c’è anche un quinto, memorabile, che agisce da jolly) emerge subito con evidenza, ma il vero punto di forza è lo spessore guadagnato singolarmente da ciascuno di loro.
La svolta del racconto avviene quando non vedi più l’indistinto gruppetto di amici ma quattro differenti personalità scavate dalle circostanze della vita – non le più piacevoli purtroppo.
Il talento di Eshkol Nevo, oltre che nella scelta del quasi doppio narratore, qui si esprime nell’atmosfera agrodolce, si muove nella linea di confine tra sogno e rimpianto, scava dentro i silenzi, animato da una vitalità struggente cerca la complicata sintesi tra quello che va e quello che resta.