
Le notti bianche
“Frattanto l’anima chiede e vuole qualche altra cosa! E invano il sognatore fruga nelle sue vecchie fantasticherie, come nella cenere, cercando in questa cenere non fosse che una piccola scintilla, per ravvivarla, e con una fiamma rinnovellata riscaldare il cuore intirizzito, e risuscitare in esso tutto ciò che vi era prima di così bello, che toccava l’anima, che faceva ribollire il sangue, che strappava lacrime dagli occhi e ingannava con la sua magnificenza!”.
Il protagonista è un sognatore, solitario, irrequieto, con l’indole romantica.
Passeggiando per Pietroburgo, la prima notte incontra una giovane donna. Nàstenka sta spettando il ritorno di un ragazzo che le aveva promesso di sposarla.
Tutto accade in quattro notti e una mattina.
Quattro notti di incontri, dialoghi e confidenze tra il sognatore e la ragazza di cui si innamora.
Come finiscono i sogni? Spesso sono imprevedibili.
“Il sognatore – se ne occorre una definizione particolareggiata – non è un uomo, sapete, ma una certa creatura di genere neutro. […]una volta che si è rintanato nella sua casa, aderisce come al proprio cantuccio, come una chiocciola, o, per lo meno, somiglia molto, sotto questo rispetto, a quell’interessante animale che è animale e casa insieme e si chiama tartaruga.”