
L’ultima vita
La voce narrante, gli occhi e il cuore sono di Sagesse, venticinquenne trasferita negli Stati Uniti che ripercorre i passaggi che hanno lasciato segni indelebili nella sua famiglia.
Spazia in momenti temporali differenti. Torna all’estate dei suoi quattordici anni, in Costa Azzurra, alle giornate spensierate tipiche di quell’età, agli amici, all’albergo di famiglia, il Bellevue, e al momento in cui tutto svanisce.
Riaffiorano i ricordi della famiglia paterna sull’Algeria dalla quale sono stati costretti ad emigrare.
Ogni personaggio è impegnato a convivere con i propri tormenti, rancori e segreti da mantenere tali; tutti lottano per andare avanti anche se restano ancorati al passato.
In tutto questo Sagesse, fin dall’adolescenza, tenta di difendersi dalla sofferenza cercando di passare inosservata e, in alcune occasioni, accarezza l’idea di creare addirittura una nuova sè, come se fosse composta da tanti pezzi di puzzle da lanciare in aria, da incastrare e mischiare liberamente e a piacere.
Un romanzo profondo sull’inquietudine dei LaBasse, con una scrittura generosa, ricca di dettagli, molto raffinata.