
Non avevo capito niente
Ideale per stemperare la stanchezza di una lunga giornata, ecco il primo romanzo della serie di Vincenzo Malinconico, irresistibile avvocato di cause insulse, un matrimonio in fumo, il frigo sempre vuoto, mobili Ikea dappertutto; impacciato, profondo, sensibile, filosofico, spiazzante.
In lui giocano a rincorrersi il successo e il fallimento: in amore o nel lavoro, Malinconico è uno che perde quando vince e vince quando perde il che, insieme al non prendersi mai troppo sul serio, lo rende oggettivamente simpatico.
Questo è il principale motivo che ti porterà ad apprezzare il romanzo – la trama c’è (i tira e molla con l’ex moglie, una nuova e invidiata relazione, l’improbabile difesa di un camorrista…) ma è chiaramente al servizio del personaggio.
L’autore lo rappresenta con tratto ironico, spassoso, mai sguaiato.
Sullo sfondo, la Napoli poco pittoresca dei tribunali, delle assicurazioni e ahimè della malavita – e qui per alcuni momenti l’ironia del romanzo si carica di amarezza.