
Sicilia, o cara
Sicilia, o cara, sottotitolo: un viaggio sentimentale.
Per me è stato proprio così, un ritorno all’infanzia e ai lunghi viaggi per raggiungere in estate la Sicilia.
Mettetevi comodi e lasciate che Giuseppe Culicchia vi racconti della sua prima estate, da bambino, nella terra nativa del padre, da Torino a Marsala in treno, e del suo ritorno tanti anni dopo.
“La prima cosa che mi colpì fu il profumo che entrava dal finestrino. L’aria della Sicilia era diversa dall’aria che avevo respirato in Calabria, aveva un profumo speciale. Era un’aria calda, salata, fiorita. Era il profumo della Sicilia. Allora non potevo saperlo l’avrei riconosciuto tale e quale ogni volta che fossi tornato laggiù”.
Non solo i profumi ma anche i colori e il cibo rendono quest’isola unica.
Il cibo: panini cunzati, granite e brioche, pane e panelle…un mezzo con il quale i parenti trasmettono tutto il loro affetto, “Mangia, sangu meu! Mangia!”.
Un viaggio divertente, un po’ malinconico, nel quale chi è nato al Nord ma con i parenti al Sud si ritroverà.